Articoli

Storia di Orza Minore: campionati giovanili in singolo giorno 2 Reggio di Calabria

 

Quando noi posiamo un campo di regata sul nostro laghetto dobbiamo inginocchiarci davanti a sua Signoria Profondità con la quale ormai abbiamo un rapporto amichevole e lei si accontenta di ingoiare un bolognino ogni tanto. Dal canto nostro le regaliamo circa tre cento metri di canapa a calata e lei e’ felice. Un giorno mi ha confidato che con la nostra canapa sta tessendo all’uncinetto un copriletto che userà la prima notte di nozze quando il maestoso vento Tivano la prenderà in moglie.
Io credo che Tivano non sia del tutto convinto della promessa un tempo fatta, ed allora, ogni tanto, frulla i nostri gommoni in un incrocio di vento ed onda tali da abbattere qualsiasi vela per cercare di dissuaderci dal calare canapa e bolognini.
Qui il comitato organizzatore, invece, ha a che fare con Scilla, che dilania, Cariddi che risucchia e rimescola, e Morgana che rifrae. Scilla e Cariddi erano bellissime Ninfee che per invidia o punizione furono trasformate in orribili mostri.
Scilla ora e’ un cane rabbioso a sei teste che sconquassa ogni imbarcazione che passa in questo Stretto, uccidendo i naviganti; Cariddi, invece, ingoia tre volte al giorno una quantità esorbitante di acqua salata per poi risputarla, ma si trattiene per se’ ogni marinaio o cosa ingoiata assieme a tutta quell’acqua.
Sono due mostri terribili e nessun umano osa affrontarli. Lo ha fatto solo Odisseo turando con cere le orecchie del suo equipaggio e legando se stesso ad un albero maestro. Lui solo ha osato ascoltare il canto letale delle due Ninfee.
Scilla a Cariddi hanno poi come alleata la Fata Morgana che tutto lo Stretto distorce ed annebbia.
Orbene, ieri Ninfee e Fata hanno tirato un brutto scherzo al comitato organizzatore, che ha sbagliato ogni cosa nel posare i quattro campi. Le boe di bolina sono finite in bocca a Cariddi e così pure tutti i segnali a bandiera; col risultato, nonostante uno splendido scirocco, di zero regate per i Radial e una sola regata per i 4.7.
A guardare in faccia il comitato organizzatore si poteva leggere nei loro occhi il terrore vissuto nel posizionare quelle maledette boe gialle…
Così la flotta compatta dei nostri ragazzi e’ rientrata a terra incredula per la giornata passata ad aspettare invece che a regatare.
Ma erano tanti quei laser da riempire tutto lo stretto ed una volta liberate le vele dalle rigide scotte, i ferzi si sono messi a cantare un canto unico, marino e celeste assieme, che ha riempito l’aria spinto dalla voce del vento.
Io mi sono seduta ad ascoltare estasiata e credo che anche Scilla, appollaiata in Reggio Calabria, e Cariddi, invece prona sulla punta della sua Sicilia, abbiano udito quel canto e, credo pure che le due Ninfee si siano addormentate ninnate come da secoli non gli succedeva. Così, oggi, si sono svegliate felici e rilassate ed hanno lasciato ogni facoltà intellettiva al comitato organizzatore che e’ stato in grado di posare i campi e far regatare i nostri ragazzi.
Ora sono tutti la’ fuori a disputare la terza prova spinti da un Maestrale regale e dalle acque ribollenti della natura delle Ninfee che seppur chete, sono sempre padrone di questo Stretto.
Io da terra guardo i ragazzi e vedo nelle nuvole sopra di loro i volti inteneriti di Morgana, Scilla e Cariddi.