Il borseggio

Ci sono giorni che iniziano normali e si chiudono uguali, ma ogni tanto accade l’eccezione e la vita, anche solo per qualche momento, si riempie e straborda. Lei stava andando alla macchina gia’ immersa in quello che i suoi occhi avrebbero visto quel giorno. Camminava sola nell’isola figlia dell’ incanto e della tranquillita’ mediterranea. Poi qualcosa era successo: un movimento impercettibile, ma in grado di rompere l’equilibrio della mattina perfetta, di obbligarla a reagire e tornare incollata all’asfalto. Il suo corpo, per arco riflesso, si era girato su se stesso, gli occhi erano andati alla borsa e Lei aveva avuto la conferma di quello che la mente le aveva gia’ confessato. Un istante lungo abbastanza per risvegliare il puma dormiente dentro di Lei. La sua mano, sovrascritta dalla zampa artigliata dell’animale si era infilata nella borsa ed aveva agguantato l’avambraccio di lui. Solo in quel momento si erano guardati occhio dentro all’occhio lei continuando a stringere, lui senza reagire. Un dialogo muto inizio’ tra loro. “Ma che fai? Mi stai derubando?” “ Non e’ come sembra, ti sbagli.” “ Ma il tuo braccio era infilato fino al gomito nella mia borsa…” “Non e’ come credi, ti sbagi; io non sono un ladro…” Piu’ sorpresa che spaventata Lei continuava a stringelo e lui, piu’ sorpreso che spaventato non si sottraeva alla stretta, come se stesse pagando per il malfatto decidendo di rimanere tra le sue dita. Entrambi stupiti ed inchiodati dalla propria reazione. Lui avrebbe potuto atterrarla con la violenza dei suoi muscoli giovani ed abbronzati. Lei avrebbe potuto scappare e mettersi al sicuro. Ma nulla accadeva. Stavano li occhi negli occhi, avambraccio di lui tra le dita di Lei, immobili, immersi in quel dialogo di occhi che come un ponte univa due rive straniere. Un contatto tra loro che annientava il malfatto, l’asfalto, il tradimento tra esseri umani e creava un baleno di meraviglia difficile da dimenticare per entrambi. In quel momento Lei si spavento’ incapace di dare significato a cio’ che stava accadendo. “Go away” gli urlo’ senza lasciarlo e costringendo lui a guardare il suo braccio chiedendo con gli occhi di essere sciolto da quella fusione accaduta e non voluta. Lei lascio’ la presa, lui non scappo’, si allontano’ superandola senza sfiorarla. Solo allora il cuore di lei inizio’ a correre per l’adrenalina o l’emozione rendendo al giorno la magia del luogo o dell’accaduto e chiedendole solo di fermarsi un attimo a riprendere fiato prima di tornare ad immergersi nella bellezza dell’isola.