Roma caput mundi o forse solo capoccia 2
Roma caput mundi o forse solo capoccia, ma sempre e comunque eterna.
Ci siamo svegliati e la fame era tanta, abbiamo scelto un bar, in realtà l’unico aperto alle nove di mattina, e ci siamo entrati. La cameriera, Sara, cantava. Si e’ interrotta, ci ha chiesto le ordinazioni ed ha ripreso a cantare dietro alla radio. Caffè e tintarella di luna, brioches e guarda come dondolo, succo di frutta e trottolino amoroso dududu dadada. Ci siamo messi a cantare anche noi …. era troppo travolgente. Le ho chiesto: “ perché canti?”. Mi ha risposto: “perché questa musica e’ l’orgoglio d’Italia assieme alla Carbonara e alla Matriciana.” E’ la prima volta nella vita che respiro spirito patriottico, ma mai me lo sarei aspettato a ritmo di un twist . Di Sara conosco che non ha lasciato Roma , nemmeno per una vacanza, ma per lavoro parla quattro lingue.
Dovete sapere che commercianti, venditori di biglietti e centurioni, qui a Roma, sono un esercito multietnico e laureato in lingue se non addirittura madrelingua. Mai vista miglior imitazione ( per la parte capoccia) e miglior integrazione ( per la parte caput mundi ).
Dopo colazione ho avuto bisogno di un taxi per portarmi in Vaticano. Lui arriva, ci carica e che fa? Prima ci porta su al Giannicolo! Signora non si preoccupi del taximetro scenda e guardi. Io sono scesa e ho guardato. Avevo Roma ai miei piedi. Che spettacolo mozza fiato! Lui ci ha raccontato degli edifici che via via passavano ai nostri occhi tra cui la residenza dell’ambasciatore spagnolo. Io, allora, gli ho raccontato del mio incontro il giorno prima con Palazzo Farnese, splendido esempio di rinascimento, a me carissimo, e del fatto che ora sia la sede dell’ ambasciata di Francia, cosa che non so perché mi aveva infastidito molto. E lui: “ e pensi che la Francia paga un affitto simbolico di un euro all’anno. Lo occupano da almeno duecento anni.” “ Oh povera Italia”, dico io, “ma come fai a stare in piedi!” Ora, devo confessarvi, i Francesi mi stanno ancora più antipatici; ma siamo arrivati in Vaticano, non prima di aver percorso totalmente il suo periplo. Costo della corsa? Dieci euro e quaranta, ma lui me ne chiede solo nove. Ci salutiamo e con me oltre alla sua simpatia, gentilezza ed a ciò che ho visto fuori programma, rimane una massima: lui ha detto: “ Roma e’ da percorrere a piedi perché’ tra un monumento e l’altro c’è la città fatta di infiniti bellissimi scorci” . Ed ha ragione. Vi assicuro, Roma e’ veramente uno scorcio mozza fiato dietro l’altro, dove non e’ raro incontrare persone interessanti.
Tra tutti gli abitanti di Roma, un gruppo spicca in tanta bellezza: le persone in divisa. Vigili urbani e uscieri la popolano come formichine. Hanno anche delle speciali casine ottagonali agli angoli delle strade dove rinchiudersi e separarsi dagli altri. Si spostano a sciami, normalmente misti tra i due tipi e sono sempre presissimi a parlare tra loro; credo siano affari di stato. Se per caso ne incontri uno da solo, stai pur certo che sta parlando al Vhf. Poi ci sono le altre categorie in divisa, ma non occupano Roma come queste due, semplicemente ci stanno senza farsi troppo notare per questioni di lavoro.
Degli altri romani non so, forse sono tutti al mare, la città e’ in mano ai turisti per ora.