Sbagliando si impara
Valerio, Greg, Francesco, Alessia, Riccardo, Giulia; eccoli schierati in partenza. Ognuno ha appena sfiorato il nostro gommone in una processione di barche singole per le ultime parole tra atleta ed allenatore . Ora sono loro, soli, davanti al campo di regata, agli avversari e a sua maestà il Tivano, che oggi e’ sopraggiunto scortato dalla sua corte di temporali. Le pettorine blu Osa dei ragazzi si stagliano in questo anfiteatro fatto di acqua e monti e cielo grigio. Un minuto. Valerio e Alessia si posizionano, barca ferma, in quello spettacolo di piccoli gesti sapienti a incastrare i loro Bug nel moto sospeso della partenza. Un attimo infinito di stallo prima di imbrogliare il vento nel movimento degli scafi. Loro sono poesia. Perfetti nel passare la linea; primo e seconda. La squadra Osa gli si compatta dietro; tutti agguerritissimi perché hanno studiato a tavolino le rotazioni del vento e si sentono forti, invincibili nella loro sicurezza teorica e pratica. Ogni movimento dei ragazzi racconta di un pensiero pensato. Eccola in acqua la sicurezza unita all’entusiasmo e alla spavalderia adolescenziale. Che spettacolo! Tutti uniti nella scelta del più esperto; ognuno affidato all’esperienza dell’altro per correre assieme alla conquista del podio. A loro serve solo questo; non hanno bisogno di guardare altro e non vedono altro. Sono nel flusso del vento ruotato, pensano di giocare una partita ormai nota. Come e’ bella la vita! Come e’ innocente l’adolescenza! Come è forte la certezza! Riccardo, l’allenatore, dal gommone, guarda il loro medesimo vento e sa che questa non e’ una rotazione. Il vento oggi danza in piccole oscillazioni di direzione e in grossi sbalzi di pressione. Al suo occhio di uomo esperto nulla è sfuggito e lui sa che la squadra Osa sta correndo dritta nella sconfitta con l’entusiasmo di chi ha la certezza in tasca! Cronometra quattro minuti di bordo piatto, mentre gli avversari dall’altra parte del campo risalgono il vento e girano la boa. Chissà che shock per i nostri atleti deve essere stata la vista della realtà alla prima virata. Ultimo, penultimo, terzultimo, quartultimo, quintultimo e sestultimo. Tagliano l’arrivo increduli e silenziosi. Il vento gli ha mostrato che certezze e scelte non sempre ti fanno trovare là dove pensi di essere. Lezione disorientante per degli adolescenti che si stanno mangiando la vita. E’ Riccardo, l’allenatore, che sapientemente tira i fili della regata e rimette in pista i suoi atleti. Lui sa che dopo averne fatto esperienza per loro sarà facile capire e fare proprio. Riccardo deve insegnare ai ragazzi ad uscire da sé ed imparare a guardare. Gli deve insegnare a sentire il campo di regata. Non si regata di certezze; si regata di sensazioni in risposta a situazioni, sempre diverse, che vento, acqua e boe creano nel campo. Che regalo per questi ragazzi che è arrivato dal vento Tivano di temporale. Riccardo sa che è venuto il momento di presentare alla squadra l’oscillazione del vento; evento raro sul nostro lago, ma non per questo impossibile, accompagnata da sua sorella la raffica, fenomeno naturale al vento di nord e per tal cagione noto ai ragazzi nella conduzione dell’imbarcazione, ma ancora straniero per loro in terreno di strategia di regata. Così io imparo assieme alla squadra che il vento può non ruotare, ma semplicemente oscillare e se una rotazione la si cavalca e la si fa propria, un’oscillazione la si scarta virandole in faccia primi fra tutti. Sono sensi e ragione che ti allertano se una rotazione in realtà è solo l’inizio dell’oscillazione. Devi divenire quel flusso per vincere, non basta dominarlo con parole e tecnica. Riccardo si ferma qui; raffiche e strategia di regata sarebbero troppo assieme a vento che ruota oppure oscilla. Ma i ragazzi hanno capito che molto altro farà di loro dei veri campioni e che il primo passo è iniziare a guardare coi sensi e con la ragione prima di lanciarsi nella certezza dell’azione. A me rimane la bellissima immagine della loro spensierata fiducia nelle convinzioni del mondo bambino che il vento Tivano di temporale ha, in un sol colpo, soffiato altrove. Sei pettorine blu Osa che, compatte, conquistano il fondo del lago, mentre la regata accade.