La solitudine
Aveva attraversato chilometri di terra innevata e battuta dal vento scarico di sole. Il paesaggio invernale era reso particolare dalla neve ghiacciata sugli alberi dorminenti che, come una nuova pelle bianca, chiedeva carezze al suo occhio. Non era facile accontentare tale paesaggio presa com’era dalla guida bagnata del suo quattroruote, ma riusci’ comunque a saziarlo con alcune occhiate fugaci. Svolte le faccende programmate, si trovo’, sola, ad usare il grosso traghetto di ferro che solca il lago da una riva all’altra. Lei e la sua macchina. Il vento batteva forte da nord caricato oltre misura dalla velocita’ del battello. A stento la donna riusciva a mantenersi in piedi se non protetta dal ferro ghiacciato. Si guardo’ intorno vedendo la sua solitudine, allora si avvicino’ un poco di piu’ alla macchina, cosí per avere un po’ di calore da un essere familiare; poi guardo’ oltre il ferro del battello, oltre i salvagenti di sicurezza e sbalordi’. Vide quel mondo fatto di montagne e di acqua, vuoto di umanita’, ma pieno di bellezza, anch’esso solo nella sua imponenza, contenere la sua medesima piccola solitudine e si sentí grandiosa. Mai le era capitato di essere parte della solitudine altrui. Mai aveva notato il lato splendido di tale sentimento. Le ci volle il lago per viverlo. Ma ecco che il battello approdava. Lei sali’ in macchina, accese il motore e si lascio’ l’immensita’ alle spalle; ora aveva bisogno di un caffe’ bollente.