Laguna

Andar per palafitte è cosa rara in questa epoca. Ma le terre di laguna han fatto di tal pali privata fondamenta. Così accade d’incontrarli in ogni dove. Essi popolan le acque, vergini di sale, a mezzo busto asciutto e a mezzo busto viscido di alghe e ruvido di gusci. Aspettano il tramonto per ricordare all’uomo il limite infinito dell’orizzonte vuoto. Scope di navigazione e pali da coltivazione custodiscono nel legno la vastità del mare e la forza del lavoro. L’occhio vi si appoggia per riprendere il sospiro quando la bellezza, scritta col bagnato, trattiene il fiato umano. Il dialogo tra i legni, sconosciuto a orecchio assente, fa da contrappunto al canto delle acque. Ma è il silenzio che emoziona per l’insieme dei due suoni e a noi non resta altro che sostare in quel profumo di salmastro.