L’Orco buono
C’è un orco buono di cui non vi ho mai parlato; allora oggi lo faccio. Lui è un orco amico, di quelli che ce ne è pochi in una vita, ma anche in due o tre! Era una giornata assolata, non molto diversa da tante altre se non per il fatto che, guardando il lago, non si vedevano increspature di acqua. Io avevo un doppio appuntamento bagnato per quella coincidenza di eventi che accade con la stessa frequenza con cui Halley Comet ci viene ogni tanto a trovare. Il primo appuntamento era con l’orco buono. E’ un orco diverso dagli altri, lui non lancia le pietre, non ti pesta i piedi né ti tira i capelli anche se è un orco a tutti gli effetti. Volevamo andare a farci un giro su quello specchio piatto. Decidemmo di uscire presto per permettermi di uscire poi ancora. Così scivolammo sul lago aiutati da uno strano vento che a volte si diverte a far ruzzolare tutto ciò che soffiando incontra. Dovete sapere che l’orco buono è un gran chiacchierone ed essendo un grande amico fa mille domande e risponde ad altrettante. Eravamo così intenti a chiacchierare che poco badavamo al mezzo che io stavo portando distratta. Ma il vento si è fatto invidioso dei nostri dialoghi ed ha voluto mettersi in mezzo. Si è messo a soffiare spostandosi in continuazione così che io per seguirlo ho dato la poppa a tutti e quattro i punti cardinali e pure a quelli di mezzo. Così io e l’orco abbiamo smesso di parlare del più e del meno per dare attenzione al vento invidioso. Siccome quel vento è un vecchio amico, e sia io che l’orco sappiamo che quando vuole attenzioni le ottiene; per fargli cosa gradita, lo abbiamo reso il centro delle nostre conversazioni. Ora il vento è narciso e si è così tanto gonfiato ascoltando noi due parlare di lui che ha deciso di fare la sua entrata maestosa e pure maestrale. Non era un ventone, ma un vento dal cervello fino, di quelli che richiedono attenzione, non forza. Quando il vento narciso decide di entrare lo fa per sbuffi e raffiche più o meno potenti, non tutto d’un pezzo. È il suo modo di tenere vivo il dialogo con i suoi amici orchi e le sue amiche bionde.
Quando lui raffica, tu lo devi stringere in un abbraccio più forte come si fa con chi è un poco arrabbiato e vuole solo attenzioni. Così io l’ho stretto più forte che ho potuto. Ma il lago finiva e noi dovevamo girare; allora decidemmo di farlo tra un abbraccio e l’altro perché io non sono tanto capace di abbracciare e virare. Ma quel vento esigente non mi lasciava poi tanto tempo, così dovetti virare veloce e senza lascare la mia amica volante, perché è cicciona e a me dura e mi sarebbe occorso troppo tempo per farlo. Per questo il mio amico orco mi ha dato il sedere e si è messo ad armeggiare alla volante, mentre io continuavo ad abbracciare quel vento narciso. Forse al vento non è piaciuto che l’orco si distrasse in altro, oppure ha semplicemente voluto giocare più duro; fatto è che di colpo io sento un baccano di cose che rotolano, e vedo tutto che gira. Pure la riva del lago si è messa in piedi. Dallo spavento mi appappagallo attaccata alla barra e urlo: “aiuto Orco che faccio?” Lui non si muove, con il suo sederone che mi guarda ancora in faccia continua a fare ciò che stava facendo; ma, calmo come un mare piatto, dal suo profondo mi dice: “Gestiscilo” e più nulla pronuncia. Così io penso: “ti stringo più forte per farti passare l’arrabbiatura”. Il gentile pensiero, però, non serve a nulla, il vento ancora ci tiene in quella scomoda posizione. Allora non mi resta che lasciar fare, finchè al vento non passa lo sbuffo e torna sereno e teso. Ripreso l’assetto e soprattutto la centratura io penso al fattaccio e mi sorge un dubbio. Allora io chiedo: “Orco, ma saremo mica finiti in straorza?” la faccia dell’orco si è accesa in un grande sorriso e mi ha risposto:”se non ricordo male, l’avevi chiesta e io te l’ho regalata”. Così io adesso so cosa può accadere se abbracci il vento, ma a lui non basta, grazie a un amico orco che esaudisce ogni mio desiderio. Ora, se siete curiosi di sapere che cosa sia successo al vento una volta fatta la sua entrata sbuffata ve lo dico immediatamente: Lui si è tranquillizzato e mi ha portato giusta giusta al mio secondo appuntamento bagnato. Questa volta ad aspettarmi di orchi ce ne erano quattro.