San Pietroburgo 2
Pagine di viaggio. Giorno 2. Qui solo poche porte separano il dentro da fuori; la maggior parte di esse ti fa saltare di un secolo. Entro ed esco dal primo novecento al ritmo di un passo e faccio lo stesso con il 2016 russo. Qui esiste l’ubiquita’! Ma mentre il mio tempo si dilata di un secolo in senso orizzontale, esso si contrae di circa 20 ore in senso circolare. Alle nove di mattina e’ ancora notte, alle 10.30 albeggia, a 12.00 il sole sale a 15° sull’orizzonte, ma non va oltre, alle 16.30 e’ gia’ scesa la notte e la citta’ si veste di luci. E’ ora che le facciate diventano protagoniste! Qui le facciate degli edifici parlano di un severo equilibrio arricchito da mille particolari che a sera si illumina a festa; chissa’ se le facciate di San Pietroburgo hanno inluenzato il carattere delle persone cosi’ chiuso, distinto, distaccato, ma al contempo nobile oppure se l’essere cosi’ li ha portati a costruire con tale eleganza? C’e’ pero’ una cosa ancora piu’ rara delle bizze del tempo, delle facviate e del carattete della sua gente a San Pietroburgo ed e’ la neve. Ieri sera la citta’ si e’ coperta di bianco, poi e’ scesa la notte, ma stamattina tutta la neve era sparita. Tutta! Non si e’ gelata, non si e’ sciolta, non l’hanno spalata e accumulata, e’ semplicemente sparita. Dove sia finita io non ne ho idea; ho chiesto a qualcuno dov’era la neve, ma nessuno lo sa.