San Pietroburgo 1
Pagine di viaggio. Giorno 1. Ecco! il mio nome non c’e’ …qualcosa e’ andato storto… e ora? Prendero’ un taxi. Ma io non parlo abbastanza la loro lingua e loro non parlano la mia, pure l’inglese gli e’ sconosciuto. In qualche modo ci capiamo e salgo. Penso: se e’ in malafede sono morta, ma porta gli occhiali da vista ed diviene piu’ umano. Arriviamo, strano e’ una strada di negozi di lusso, qui nessuno abita. Cerco di chiedergli se ci vive qualcuno li’ ma non ricordo la parola gente allora dico bambini sperando che intuisca. Ma no. Lui scappa via. Mi sa che mi ha fregato con il costo del viaggio per scappare cosi’ oppure qui marca veramente male e lui non vuol saperne. Cerco il numero 153 . Eccolo. Una portinaia, meno male sono salva! Chiedo del numero 53. Niente. Do il nome della signora. Niente. Lei capisce che sono veramente in difficolta’ esce con me e cerca, ma non trova. Io posso solo guardarla perche’ nulla segue la mia logica. Lei chiede all’ uscere di un negozio. Lui parla inglese e lui sa dov’e’ il 53. La signora mi accompagna nella pancia di un vecchio edificio. Arriviamo alla porta. Cerco il numero 53. Nulla. E’ tutto cosi’ vecchio qui. Non esistono citofoni. La portinaia pensa intensamente qualcosa ecco le viene in mente: e’ la combinazione della porta e la apre e mi dice e’ su al terzo piano. Io salgo quella vecchia scala con le lampadine bruciate e penso: ora mi ammazzano. Arrivo al terzo piano e suono pregando Dio di non essere uccisa, ma apre una signora gentile. Irina? No Irina e’ al piano di sotto e mi accompagna. Finalmente sono nel posto giusto. Ancora non mi spiego come la portinaia sapesse il codice ed il piano. Stasera sono passata a ringraziarla, ma al suo posto c’e’ un’altra donna. Questa mattina poi mi sono presentata a scuola. Stesso iter di ieri sera. Dopo mezz’ora riesco a trovare la porta giusta e chiedo al portinaio se li’ c’e’ la scuola. Si su al secondo piano nona porta. Io salgo al secondo piano lui mi corre dietro e mi dice giu’ qui. Io mi scuso e penso…ma mi sono rincitrullita con sti piani….comunque alla fine arrivo dove devo arrivare…..cosa posso dire dopo un giorno di Russia? Non cercate di entrare da nessuna parte….e’ troppo difficile per noi. E se riuscite ad entrare togliete sempre un piano…loro non hanno il terra, partono direttamente dal primo, ecco l’inghippo. Ho notato altre cose camminando poi per strada: la pipi’ dei cani gela esattamente dove cade, le scimmie indossano tutte la tuta da sci, le macchine hanno uno strato di polvere impressionante tale da rendere inleggibile la targa, le donne russe portano la minigonna con -5, i passeggini hanno inglobati i guanti come le moto da noi, la carta igienica non si butta nei water, la citta’ e’ pulitissima, i sorrisi nelle donne si fermano al volto, non prendono il cuore e dietro agli occhi degli uomini spesso pare apparire un forma di vuoto, gli incroci di Cerda’ nell’ Ensance di Barcelona sono nulla per il pedone rispetto agli incroci di San Pietroburgo.