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Blade Runner

E le immagini erano esplose nell’aria e prima non c’erano e poi c’erano e Lei non era più sola nel cielo e neanche nella città e nemmeno sui tetti e poi aveva riso perché non era più sola e le immagini erano grandi e erano anche silenziose e prima non c’erano e poi c’erano e Lei sapeva che sotto alle immagini c’erano persone ma non le importava perché ora non era più sola aveva le immagini che erano grandi e anche silenziose e il cielo era buio nero città che è il buio nero chiaro non il buio nero scuro della campagna e adesso la città era diventata Blade Runner e Lei da sempre voleva entrarci dentro ma non per i robot che non le piacevano e neanche per le pistole che erano fredde voleva le immagini che esplodevano ovunque e entrare nella foto famosa che era bellissima per tutti gli altri ma che a Lei non diceva niente e giù nella strada c’era la gente che vociava e non si vedeva e neanche si sentiva però si sapeva che c’era la gente e si sapeva e basta e anche la gente giù nella strada era dentro a Blade Runner ma non lo vedeva perché anche se alzava il collo era troppo bassa mentre Lei non era alta ma stava sul tetto e aveva visto l’immagine esplodere e si era alzata così era diventa ancora più alta e era entrata in Blade Runner ma adesso le immagini si erano spente e anche le persone sotto alle immagini e quelle giù nella strada erano sparite e Lei era rimasta sola sui tetti e la città era diventata un lungo piatto suono giallo su uno schermo nero zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz. punto.

Roma caput mundi o forse solo capoccia 2

Roma caput mundi o forse solo capoccia, ma sempre e comunque eterna.
Ci siamo svegliati e la fame era tanta, abbiamo scelto un bar, in realtà l’unico aperto alle nove di mattina, e ci siamo entrati. La cameriera, Sara, cantava. Si e’ interrotta, ci ha chiesto le ordinazioni ed ha ripreso a cantare dietro alla radio. Caffè e tintarella di luna, brioches e guarda come dondolo, succo di frutta e trottolino amoroso dududu dadada. Ci siamo messi a cantare anche noi …. era troppo travolgente. Le ho chiesto: “ perché canti?”. Mi ha risposto: “perché questa musica e’ l’orgoglio d’Italia assieme alla Carbonara e alla Matriciana.” E’ la prima volta nella vita che respiro spirito patriottico, ma mai me lo sarei aspettato a ritmo di un twist . Di Sara conosco che non ha lasciato Roma , nemmeno per una vacanza, ma per lavoro parla quattro lingue.
Dovete sapere che commercianti, venditori di biglietti e centurioni, qui a Roma, sono un esercito multietnico e laureato in lingue se non addirittura madrelingua. Mai vista miglior imitazione ( per la parte capoccia) e miglior integrazione ( per la parte caput mundi ).
Dopo colazione ho avuto bisogno di un taxi per portarmi in Vaticano. Lui arriva, ci carica e che fa? Prima ci porta su al Giannicolo! Signora non si preoccupi del taximetro scenda e guardi. Io sono scesa e ho guardato. Avevo Roma ai miei piedi. Che spettacolo mozza fiato! Lui ci ha raccontato degli edifici che via via passavano ai nostri occhi tra cui la residenza dell’ambasciatore spagnolo. Io, allora, gli ho raccontato del mio incontro il giorno prima con Palazzo Farnese, splendido esempio di rinascimento, a me carissimo, e del fatto che ora sia la sede dell’ ambasciata di Francia, cosa che non so perché mi aveva infastidito molto. E lui: “ e pensi che la Francia paga un affitto simbolico di un euro all’anno. Lo occupano da almeno duecento anni.” “ Oh povera Italia”, dico io, “ma come fai a stare in piedi!” Ora, devo confessarvi, i Francesi mi stanno ancora più antipatici; ma siamo arrivati in Vaticano, non prima di aver percorso totalmente il suo periplo. Costo della corsa? Dieci euro e quaranta, ma lui me ne chiede solo nove. Ci salutiamo e con me oltre alla sua simpatia, gentilezza ed a ciò che ho visto fuori programma, rimane una massima: lui ha detto: “ Roma e’ da percorrere a piedi perché’ tra un monumento e l’altro c’è la città fatta di infiniti bellissimi scorci” . Ed ha ragione. Vi assicuro, Roma e’ veramente uno scorcio mozza fiato dietro l’altro, dove non e’ raro incontrare persone interessanti.
Tra tutti gli abitanti di Roma, un gruppo spicca in tanta bellezza: le persone in divisa. Vigili urbani e uscieri la popolano come formichine. Hanno anche delle speciali casine ottagonali agli angoli delle strade dove rinchiudersi e separarsi dagli altri. Si spostano a sciami, normalmente misti tra i due tipi e sono sempre presissimi a parlare tra loro; credo siano affari di stato. Se per caso ne incontri uno da solo, stai pur certo che sta parlando al Vhf. Poi ci sono le altre categorie in divisa, ma non occupano Roma come queste due, semplicemente ci stanno senza farsi troppo notare per questioni di lavoro.
Degli altri romani non so, forse sono tutti al mare, la città e’ in mano ai turisti per ora.

Roma caput mundi o forse solo capoccia 1

Roma caput mundi o forse solo capoccia, ma sempre e comunque eterna.
Potrei raccontarvi dell’appartamento prenotato da mesi con cura, amore e attenzione, ma sfasciato dai precedenti clienti e non disponibile al mio arrivo. Potrei raccontarvi di sessanta euro piazzatemi in mano per un taxi che mi portasse chissà dove in una città sconosciuta. Potrei raccontarvi del taxista che aspettava i clienti scesi per pranzare (… solo a Roma si lascia un taxi ad aspettarti mangiare…), ma che mi prenota lui in persona un secondo taxi, dato che non mi può portare là chissà dove. Potrei raccontarvi del secondo taxista che si trasforma in divertentissimo cicerone…ora in Roma io so pure identificare dove sono nati i suoi figli, al pari del luogo che ha scaldato Dante tanti anni fa. Potrei raccontarvi che qui io sono straniera dato che nessuno mi rivolge la parola nella mia lingua natale.
Ma io vi racconto del mio grande amore; li’ avrei voluto sposarmi ed ora sicuramente vorrei esser sepolta.
Il Phanteon!
Per erigerlo dovevi essere fornito di dodici Dei e un Imperatore altrimenti era vietato, ma loro li avevano dodici dei ed avevano pure l’imperatore, così lo costruirono senza pensarci su tanto. Una sfera divina e bucata, inserita in un cerchio perfetto, che solo Giotto poi e’ stato in grado di riprodurre. Però, se lo vedi da fuori, tutto questo non esiste. Li’ c’e’ solo un cilindro in mattoni; ma non ti confondere tu che guardi: dentro nasconde calcestruzzo non armato, il primo della storia, mischiato a strati sempre piu’ leggeri di materiale colloborante. Poi c’e’ un pronao a otto immense colonne di marmo dagli imponenti capitelli corinzi che sorreggono un tettuccio di legno timido timido che non sa mica tanto il perche’ sta li’!
Poi ci sei tu, piccolo essere umano a tempo che comprendi perfettamente il povero tetto.
Il Phanteon e’ imponente, ma non ti fa sentir piccolo. Pare leggero, ma ti fa provare tutto il peso della storia. E’ un equilibrio di forze statiche che rimbalzano contro la tua vulnerabilità dinamica. E’ radicato al suolo ed insieme aperto al cielo in un continuum che mostra a chiunque lo viva le proprie infinite interruzioni. E’ un luogo compiuto e non riesci a non toccarlo. Così l’ho toccato e mi sono compiuta pur io esattamente come il timido tetto lassu’. Allora ho avuto bisogno di luce bianca e sono andata a sedermi alla fontana di Trevi, ma il tetto, tranquilli, e’ rimasto dov’era. Qui Oceano mi ha accolto tra cavallo agitato e cavallo placido per festeggiare con lui l’acquedotto di Roma magistra. Cosi’ la sferica perfezione di masse di calcestruzzo antico ha ceduto un poco di spazio alle zampillanti forme barocche e ritorte di una fontana bianca che non si accontenta di stare al suo posto e per conseguenza a sentirsi eterna e capoccia e’ stata la mia persona.
Poi mi e’ venuta fame ed allora ho cenato a cicoria assieme a Botero.

Milano

Cosi’ tu mi seduci citta’.