Creatività
Era intasata di creatività, per questo si stava spegnendo poco a poco; nata dotata di una qualità rara che trasformava ogni giornata nella culla di un capolavoro, era per lei una tensione continua il prendere l’ovvio del mondo e trasformarlo in visione originale, nuova, diversa. Vedeva là dove chiunque altro era cieco. La sua arte stava nel rimettere, poi, quelle visioni di nuovo, dentro all’ovvietà che stava nutrendo il mondo a tal punto da averlo reso obeso; così pesante che era caduto dal sistema solare nell’abisso nero del buco sotto di lui.
Lei non era abbastanza veloce nel riuscire a trasformare le proprie intuizioni in gocce di normalità o forse chi le viveva accanto vedeva quelle gocce ancora troppo diverse dall’indiscutibile nel quale era immerso e così le lasciava cadere di tra le dita e tutti i suoi sforzi di smagrire l’umanità finivano spiaccicati per terra a bagnare l’asfalto.
In questo continuo lavorio lei stava consumandosi perché ogni creatività, per non uccidere, deve trovare la sua strada oltre l’artista e questo non stava accadendo per colpa del buco nero nel quale era caduta la terra che non avendo sbocchi, rifletteva e rifletteva ogni raggio di nuovo fino a farlo rimbalzare sulla sua fonte folgorandola. Sì lei stava morendo di se stessa non vista dal mondo.
Era un delitto che avveniva per mano di una vita piena, vissuta al limite della potenza perché l’arte eleva i suoi artisti e li espande in sé non curante del mondo obeso.
Ai suoi occhi questa era invece una chiara evidenza che le stava nelle mani come una frolla sta in quelle di un cuoco; solo che, questa volta, lei non era sicura di riuscire a trasformarla in torta di mele.