La spiaggia
Posso uno degli ombrelloni sul fondo, la’ al limite del suono dell’onda tonda? Si’ ma quello e’ lo spazio dei bambini…. Non fa nulla, non mi disturbano i piccoli…se lo dice lei….
Cosi’ era stata la prima conversazione della giornata.
Parole impreviste pronunciate in quel contenitore di persone ancora vuoto.
L’aveva addocchiato la settimana precedente guardando l’orizzonte dalla rocca.
Un pugno di ombrelloni verdi incastrato tra gli scogli giu’ nel mare.
Da lassu’ pareva uno degli elementi naturali che davano forma al Bello, troppo lontano per notare la quantita’ di esseri umani che ci si stipavano dentro. Cosi’, il fine settimana seguente, aveva deciso di riattraversare l’Italia per vedere come ci si stava sdraiati su uno di quei lettini.
Ora il bagno andava riempiendosi ed il brusio di coppie datate, madri sole con figli grandi, famigliole con bimbi piccoli andava affiancandosi al rombo delle onde che lambivano quel vuoto abitato, giano bifronte tra le acque salate.
Pareva una gara a salire, chi avrebbe vinto? L’umano o il mare?
Per ora il mare, ma ancora era presto…
L’occasione era stata un trasporto, piu’ fatica che altro, ma perche’ non trasformare i tempi morti in attimi indelebili? Non momenti nodali per l’umanita’, nulla di cosi’ eccezionale; solo un tocco di esperienza del Bello da tenere annotato nella memoria.
Ci aveva provato anche la sera prima con la cena: la piazza del paesino che dall’alto domina il mare, il ristorante dentro al torrione…tutto perfetto, ma le lasagne di pesce non proprio buone ed un mal di pancia improvviso avevano tolto al momento il fascino sperato cosi’ rimanevano solo quelle poche ore della mattina per riuscire nel suo intento di sperimentare il Bello Assoluto e poiche’ non era mai stata in un bagno attrezzato aveva deciso di andare a cercarlo la’.
E si’! ci si era avvicinata al momento perfetto subito prima che la fiumana di gente riempisse le sdaio. Poi aveva voluto provare a vedere se tutti quegli estranei che le si sedevano accanto potessero avere un posto anche dentro al suo Bello. Era intenta a guardarli ed ascoltarli quando il telefono aveva suonato. L’acquedotto voleva sapere l’indirizzo di una fornitura; ma cosa rispondere se la strada non aveva nome perche’ stava per essere costruita? Lavoro! No! il suo momento sospeso nel Bello stava svanendo di nuovo, stavolta non per un mal di pancia, ma per un indirizzo impossibile.
Toccava ricominciare da capo, chiuse gli occhi, ascolto’ le onde, senti’ le persone e fu allora che il sole sbuco’ dall’ombrellone baciandole il corpo. Il caldo la invase e le venne voglia di farsi un bagno, tutto il resto fini’ nel dimenticatoio….