Il muscolo
Fare il muscolo non e’ cosa difficile. Sei conscio dei cicli di veglia e sonno che per te, però, sono categorie ontologiche tipo l’essere o ‘l non essere shakesperiano. Non ti preoccupi di lavorare perché, non sai come, ma gli zuccheri arrivano comunque , così passi il tuo tempo contratto o rilassato senza poi neanche sapere bene perché. E’ una meravigliosa vita di routine.
Erano, per l’esattezza, cinquant’anni che tu, pettorale, esistevi ad intermittenza e in questo, non corto, periodo qualche certezza l’avevi, pur tu, conquistata: vita e scopo sono sempre coincisi. Esistevi affinché io mi muovessi. Per te, senza necessità di contrarti e produrre un movimento, non sarebbe mai esistita esistenza. Non l’avevi a considerazione logica, dato che non sei dotato di cervello; era, più che altro, una certezza mnemonica nata dall’ inprinting che il movimento ha scritto nelle tue cellule, che loro, sì, hanno invece un cervello o per lo meno ricordi. Orbene, un giorno uno stadio di profonda immobilità ti ha colto, poi, al tuo risveglio qualcosa era cambiato. Non eri più là dove sei sempre stato. Scombussolato ti sei contratto, come al tuo solito, ma nessun movimento e’ accaduto perché là dove tu ora eri non era richiesto alcun moto. Sconvolto, hai chiesto aiuto alle tue celluline, ma loro invece di urlarti: “muoviti, muoviti” ti gridavano: “sii ciccia ferma ed abbondante”. E’ così che hai appreso che eri stato degradato da pettorale a ciccia da seno con buona pace delle certezze acquisite in cinquant’anni di vita. Sappi, però, che avere un seno con un passato da muscolo e’ un gran vantaggio perché sei duro e sodo che e’ un piacere guardare l’imprevista fissità. A me però piaceva la molliccia sodezza del tuo predecessore così ti chiedo di ammorbidirti e iniziare, nella tua fissità, a ballare quel poco che basta a lasciarmi pavoneggiare tra gli uomini per la riconquistata morbida tonicità. Chissà mai che, per orgoglio, l’altro seno non voglia copiarti!